Beirut, in periferia i campi profughi dei palestinesi scappati dalla Palestina perchè lo stato d’Israele potesse nascere e distendersi sul suo spazio storico con l’aiuto dell’Occidente. Guerra civile fin dal 1975 tra musulmani e cristiani maroniti nel corpo dello Stato libanese. Ogni attore dell’area vi prende parte. L’Olp di Arafat coi musulmani libanesi aiutati dalla Siria contro cristiani falangisti sostenuti fattivamente da Israele. Quet’ultimo invade il Libano e nel 1982 pone sotto assedio Beirut e i 15000 guerriglieri palestinesi asserragliativisi. L’ecatombe paventata induce Stati Uniti, Francia e Italia ad acconsentire alla richiesta di evacuazione dei soldati palestinesi sotto il controllo militare dei tre paesi. A margine dell’accordo, con l’assenso di cristiani e di Israele viene eletto presidente Bashir Gemayel. La fuoriuscita dell’Olp avviene senza incidenti ed è seguita a breve dalle forze internazionali.
Quando l’ultimo soldato delle forze internazionali lascia il paese, Israele pensa bene di reinvadere il Libano fino a Beirut e di isolare i campi profughi palestinesi circondandoli, a detta di Sharon per la presenza di cospicue sacche terroristiche arabe sul territorio; le milizie maronite non sono da meno e si assestano ai margini dei quartieri Sabra e Shatila, abitati da civili, sopratutto vecchi donne e bambini palestinesi.
Dopo l’assassinio di Gemayel organizzato dai servizi segreti siriani, i miliziani cristiani falangisti entrano nei campi e per 2 giorni il 18 e 19 settembre 1982 danno tutto sé stessi letteralmente a macellare la popolazione inerme, con gli israeliani a 2oo, forse 300 metri di distanza, indifferenti. Il numero preciso dei morti, forse 3500, non sarà mai accertato, come pure tutte le responsabilità, forse fin troppo chiare, non saranno mai punite: la somma è una delle stragi del XX secolo meno conosciute.
Ogni anno dal 2000, Un Comitato per non dimenticare Sabra e Shatila si reca a manifestare sui luoghi della strage per tenerne vivo il ricordo; nel 2010 la fotografa Laura Cusano si aggrega e ne ricava le 20 fotografie in mostra fino al 21 settembre 2012 presso la Casa della Memoria e della Storia, qui a Roma tra il Gianicolo e il Tevere.
Lascia un commento