Estensione di The Golden Calf, una delle personali maggiormente ipertrofiche degli ultimi decenni, che ha il suo fulcro presso il Palazzo Reale di Palermo, fanno la loro comparsa tra le spoglie rovine del Castrum Caetani i pipistrelli di Ryan Mendoza. Con la curatela della Fondazione Federico II, della Fondazione Brodbeck, della Fondazione Morra Greco e la collaborazione del Museo Archeologico di Napoli e del Sistema Museale dell’Università di Palermo, Il Ministero della Cultura ha assegnato all’artista americano, di stanza a Napoli ormai da molti anni, il compito di rappresentare le inquietudini del contemporaneità, di raccontare l’uomo che tradisce gli uomini e la natura, di destrutturare i miti e i veli che ottundono la visione e restringono gli orizzonti.
Critico feroce del mito americano e del suo impero, Mendoza è uno di quegli intellettuali che partendo dalla pittura e dalla pop art, aprendosi quindi a scultura, istallazioni, e ad ogni altro medium, ha cercato per tutta la vita di ripercorre a ritroso, fino alla sorgente, il fiume della cultura europea, fino a trasferire il centro della propria ricerca prevalentemente a Napoli e Berlino.
I pipistrelli di Mendoza si trovano nella iconica posa di dormienti, appesi a testa in giù lungo le mura del Castrum, a riposo ma al tempo stesso, essendo mammiferi incapaci di decollare da fermi, già pronti per poter alzarsi in volo al minimo pericolo. Una postura di ansiosa immobilità, di instabile quotidianità e dolorosa, che richiama esseri istruiti alla vita senza crepe del giorno, ma sempre avvolti, soffocati dalla paura che qualcosa all’improvviso la interrompa.
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