Replica il 9 febbraio all’Auditorium della Conciliazione del faraonico spettacolo dedicato alla musica dei Pink Floyd, da Atom heart mother a The final cut. Più che un omaggio alla gruppo, il punto su un epoca e su un modo di fare musica che pur nel suo portato retorico, riusciva ad avere un respiro al di fuori del mercato e della superficiale fruizione, nei tempi di ascolto, nella complessità di composizione, nel riferimento, come negli anni settanta tutto il progressive rock faceva, alle ascendenze culturali più disparate, musica classica, jazz, contemporanea, etnica; tradizioni, intendiamoci, rivissute con creatività e perizia esecutiva e non in maniera parassitaria, come generalmente il pop ha fatto fino ad oggi, rubando quel ritmo, quel timbro e ripatendolo all”infinito a seconda della presa commerciale ottenuta. E per essere in tono con questa filosofia, la produzione non ha risparmiato, mettendo a disposizione del direttore Piero Gallo tre cori per novanta elementi, la sezione orchestrale di ottoni Ottonidautore, il violoncellista Dante Cianferra, il sassofonista Eric Daniel, la tribute band Pink Floyd Legend e la voce solista femminile in “The Great Gig In The Sky” di Valentina Mastrodonato, oltre che il dovuto contorno di megaschermo circolare e laser. E poi una Pink radio e una mostra di rarità floydiane nel Foyer. Atom in Rome parte appunto dall’album Atom Heart Mother del 1970, suite composta dal musicista sperimentale Ron Geesin, il solo a dare la propria musica ai quattro ragazzi, che per il resto hanno fatto da sé.
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