Villa Borghese è disseminata edifici dalle storie diverse. Tra queste, la cosidetta Aranciera, prima di diventare letteralmente il posto in rovina dove si conservavano le piante di arancio in vaso, era stata la residenza della famiglia Ceuli, antecedente la costruzione della stessa residenza Borghese da parte di Scipione. Valorizzata nel settecento da Marcantonio IV Borghese con affreschi, fu adibito a feste ed incontri mondani, insieme al vicino giardino del Lago. Durante la resistenza della Repubblica Romana del 1849, i francesi al comando del generale Oudinot, accorsi su richiesta del Papa, bombardarono l’edificio, come in più punti tutta Roma, rendendolo irriconoscibile. Fu ricostruito senza alcun aggancio con i fasti precedenti. Dal 2006, restaurato dal Comune di Roma, è sede dal museo Carlo Bilotti, intitolato alla memoria dell’imprenditore collezionista che ha donato le opera di arte moderna che vi sono esposte, per la maggior parte De Chirico ma anche Severini, Manzù, Warhol ed altri. Fino al 16 settembre vi espone 20 suoi dipinti Roberta Pugno, che sinceramente ci hanno impressionato nonostante la celebralità delle dichiarate ispirazioni letterarie.
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