Il grande Stanley Kubrick e le sue foto dalla fama retroattiva, su concessione del Museum of the City of New York, ormai dal 2010 girano l’Italia; Milano,Venezia, Napoli ed ora anche Roma dal 19 ottobre fino al 25 novembre 2012 al Chiostro del Bramante. Il giovanissimo Stanley, ancora lontanissimo dal pensare di poter creare capolavori del cinema quali 2001, Odissea nello Spazio o Barry Lyndon, nell’immediato dopoguerra, ingaggiato da Look Magazine va in giro per New York a fotografare la vita quotidiana, o le scene di personaggi celebri che gli si offrono nella loro – per quell’epoca – impensabile intimità. E’ chiaro, cerca altro che l’assilo penoso dell’esistenza in città, gli stenti postbellici. Nemmeno gli interessa la voglia di riscatto, la fiducia nel futuro, e la splendida vita dei famosi. E’ una ragazzo, ha pochi ricordi e storie insignificanti in mente: Montgomery Clift, Rocky Graziano, le studentesse, i Clown sono per lui inservibili come attori di una vicenda da raccontare; ma ha le idee chiare e lascia alle figure lo stesso compito degli ambienti, non distingue i personaggi dal resto del scena fatta di interni metodicamente disordinati e di esterni casualmente movimentati e scomposti. E alla scena interamente fa interpretare il mistero, sua speranza o terrore per l’immediato o lontano futuro come pure il segreto della realtà e dell’esistenza.
Pensate, ci sono ancora suoi 20.000 negativi da sviluppare al Museum of the City of New York.
Lascia un commento