Qualche giorno fa è venuto a mancare a soli sessant’anni il grafico e illustratore Cristiano Rea. Ai più il suo nome e il suo volto non dicono nulla. Ma se si fa attenzione alle sembianze grafiche di Roma emerse in questi ultimi quaranta/cinquant’anni quasi da un’altra dimensione, quelle della controcultura, dei movimenti giovanili e dei fumetti underground, delle battaglie sociali e per i popoli oppressi, quelle dei centri sociali e delle culture alternative – ondate di immagini rimaste impresse sulla retina anche dei più distratti tra coloro che hanno abitato o frequentato la città – allora bisogna ammettere che questo cittadino del Quadraro, indicato dalla stessa star Zerocalcare come suo maestro e ispiratore, e tuttavia esempio di mitezza e discrezione, ne è stato il principale motore.
Dal movimento Punk di fine anni settanta, ai palinsesti dei concerti del Uonna club, ai manifesti e volantini di centri sociali come il Forte Prenestino, fino alle battaglie internazionaliste per i curdi degli anni duemila, le sue figure in bianco e nero, veloci, quadre, molte volte arcigne e spigolose, hanno rappresentato realmente un modo alternativo di interpretare l’impegno, la città, il mondo. Partito guardando al fumetto mainstream e al pop, come d’altronde avevano fatto il gruppo di Frigidaire e altri a ritroso fino alla pop art di Roy Lichtenstein, con i suoi disegni ne ha corroso le fondamenta, arrivando a parodiare forse i suoi stessi trascorsi punk. Tutto documentato in Pank! 1977-2022 Poster e disegni di Cristiano Rea, uscito il 12 gennaio scorso. Resta l’amarezza che questa sua travolgente novità non sia mai stata abbastanza celebrata. Ciao Cristiano.
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