Jason Horowitz scrive la versione post-pandemica di 36 Hours in del New York Times dedicata a Roma. Dopo qualche anno il più importante quotidiano americano prova a dare nuovi punti di riferimento a chi vuole visitare Roma ma ha solo un fine settimana di tre giorni a disposizione, non prima però di aver accampato l’apertura di un Bulgari Hotel a via Veneto e la candidatura a Expo 2030 quali segni evidenti di proiezione verso il futuro della città.
Primo giorno. Si parte dall’Esquilino, precisamente dalla Basilica di Santa Maria Maggiore con i mosaici paleocristiani della navata centrale e quelli dell’abside del XIII secolo. Dalla Basilica ai maritozzi della storica Pasticceria Regoli (aperta nel 1916) di via dello Statuto è un attimo. Riprendendo via Merulana in direzione San Giovanni in Laterano si può fare una capatina a Palazzo Merulana, dove si ammira il novecento italiano della collezione Cerasi (Sciopione, Capogrossi, Balla, Donghi ed altri). A questo punto inizia l’onda lunga pomeridiana dell’aperitivo con Casa Dante nell’omonima piazza, oppure Salotto Caronte a Piazza Vittorio. Per la cena ci si sposta a Monti per entrare da Rocco.
Secondo giorno. Ci si inoltra nel cuore della Roma rinascimentale e barocca per visitare Palazzo Colonna e i tesori d’arte in esso custoditi. Una visita di Horowitz sul terrazzo del W, hotel di recente apertura, è l’occasione per ammirare il fervere di ristrutturazioni di nuovi alberghi appartenenti a prestigiose catene intorno a via Veneto. All’interno del W da non trascurare il ristorante Giano dello chef Ciccio Sultano e il negozio di moda ed interior design Chez Dede. Ancora shopping su via Monserrato; si va dai gioielli di Delfina Delettrez, alle borse di lusso di Maison Halaby, ma anche all’abbigliamento meno costoso delle Officine Red, alle scarpe di Solodue, all’abbigliamento per bambini di Tipimini. Si è fatta una “certa” e immancabile ritorna l’ora dell’aperitivo. Molte vecchie latterie sono riconvertite in cocktail o wine bar, come appunto l’Antica Latteria a Campo de’ Fiori; si può fare anche un salto da Camponeschi a Piazza Farnese. Molto si fa a Roma negli ultimi anni per affrancarsi dalla triade divina dei romani, carbonara, amatriciana e gricia. Allora per la cena si può andare da Cesare a Monteverde se si vuole onorarla. In alternativa La Gensola a Trastevere per il pesce oppure Dogma per le grigliate a San Giovanni. Se si vuole osare di più c’è Marzapane appena fuori Piazza del Popolo.
Domenica, ultimo giorno di permanenza. Per la colazione si va a Testaccio, a prendere caffè e mignon a Casa Manfredi. Pur se un tantino deprecabile, si fa il tour in bus VR intorno al Circo Massimo e di fianco alle rovine del Palatino, per apprezzarne le antiche strutture ricostruite virtualmente. Si finisce in bellezza al mercato di San Teodoro di Campagna Amica, sempre nei pressi del Circo Massimo, il primo e più importante mercato contadino di Roma.
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