Dalla Resonance, società internazionale di consulenza che analizza l’attrattività per turisti e investitori delle città in tutto il mondo, arriva World’s Best Cities 2023, la classifica delle 100 città da visitare per il 2023. Roma occupa il settimo posto e risulta la migliore delle città italiane (Milano è al 22esimo posto). I criteri di giudizio sono numerosi ed articolati, ma sostanzialmente si possono così riassumere.

Il posto, inteso come tempo meteorologico, sicurezza, attrazioni disponibili e punti di riferimento; la gente, cioè il livello di istruzione e la percentuale di occupati tra le persone; la programmazione, intesa come qualità e quantità di eventi culturali, vita notturna, ristorazione e acquisti che la città offre; il prodotto, termine con cui si vuole significare l’efficienza e la solidità delle infrastrutture e delle istituzioni amministrative; prosperità: quante sedi di aziende tra le prime 500 al mondo sono presenti, il Pil pro-capite, il tasso di disoccupazione, l’indice di uguaglianza di reddito; infine c’è la popolarità, quella maturata dalla città online, su motori, siti specializzati di turismo e social network.

Certo prima di Roma ci sono nell’ordine Londra, Parigi, New York, Tokyo, Dubai, Barcellona. Tutto sommato però le vicissitudini soprattutto economiche e amministrative patite dalla città negli ultimi anni continuano ad essere bilanciate, come mette in evidenza il testo scritto a supporto, dalla vitalità dimostrata nella gestione delle attrazioni storiche (il Palatino), dai sorprendenti musei e monumenti recentemente aperti (ad esempio il Mausoleo di Augusto, la Domus del IV secolo sotto il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, il Museo Ninfeo), dalla cucina (con nuove aperture come Don Pasquale e Pulejo), e da un’ottima reputazione on line, ben corroborata dagli account dei vip internazionali. Non ci si può lamentare.

Jason Horowitz scrive la versione post-pandemica di 36 Hours in del New York Times dedicata a Roma. Dopo qualche anno il più importante quotidiano americano prova a dare nuovi punti di riferimento a chi vuole visitare Roma ma ha solo un fine settimana di tre giorni a disposizione, non prima però di aver accampato l’apertura di un Bulgari Hotel a via Veneto e la candidatura a Expo 2030 quali segni evidenti di proiezione verso il futuro della città.

Primo giorno. Si parte dall’Esquilino, precisamente dalla Basilica di Santa Maria Maggiore con i mosaici paleocristiani della navata centrale e quelli dell’abside del XIII secolo. Dalla Basilica ai maritozzi della storica Pasticceria Regoli (aperta nel 1916) di via dello Statuto è un attimo. Riprendendo via Merulana in direzione San Giovanni in Laterano si può fare una capatina a Palazzo Merulana, dove si ammira il novecento italiano della collezione Cerasi (Sciopione, Capogrossi, Balla, Donghi ed altri). A questo punto inizia l’onda lunga pomeridiana dell’aperitivo con Casa Dante nell’omonima piazza, oppure Salotto Caronte a Piazza Vittorio. Per la cena ci si sposta a Monti per entrare da Rocco.

Secondo giorno. Ci si inoltra nel cuore della Roma rinascimentale e barocca per visitare Palazzo Colonna e i tesori d’arte in esso custoditi. Una visita di Horowitz sul terrazzo del W, hotel di recente apertura, è l’occasione per ammirare il fervere di ristrutturazioni di nuovi alberghi appartenenti a prestigiose catene intorno a via Veneto. All’interno del W da non trascurare il ristorante Giano dello chef Ciccio Sultano e il negozio di moda ed interior design Chez Dede. Ancora shopping su via Monserrato; si va dai gioielli di Delfina Delettrez, alle borse di lusso di Maison Halaby, ma anche all’abbigliamento meno costoso delle Officine Red, alle scarpe di Solodue, all’abbigliamento per bambini di Tipimini. Si è fatta una “certa” e immancabile ritorna l’ora dell’aperitivo. Molte vecchie latterie sono riconvertite in cocktail o wine bar, come appunto l’Antica Latteria a Campo de’ Fiori; si può fare anche un salto da Camponeschi a Piazza Farnese. Molto si fa a Roma negli ultimi anni per affrancarsi dalla triade divina dei romani, carbonara, amatriciana e gricia. Allora per la cena si può andare da Cesare a Monteverde se si vuole onorarla. In alternativa La Gensola a Trastevere per il pesce oppure Dogma per le grigliate a San Giovanni. Se si vuole osare di più c’è Marzapane appena fuori Piazza del Popolo.

Domenica, ultimo giorno di permanenza. Per la colazione si va a Testaccio, a prendere caffè e mignon a Casa Manfredi. Pur se un tantino deprecabile, si fa il tour in bus VR intorno al Circo Massimo e di fianco alle rovine del Palatino, per apprezzarne le antiche strutture ricostruite virtualmente. Si finisce in bellezza al mercato di San Teodoro di Campagna Amica, sempre nei pressi del Circo Massimo, il primo e più importante mercato contadino di Roma.