Più volte abbiamo parlato di Roma come un estensione di Cinecittà. Fascino, sfondi storici, e a volte economia di mezzi hanno imposto alle produzioni fin dagli anni ’40, ma anche ’50 e ’60, l’utilizzo di strade, piazze, e quartieri come set per il cinema, dalla commedia al film d’autore. Il libro recupera questi sfondi scenografici dai film – bisogna dire in maniera esaustiva – e ce li restiruisce come sono oggi. La periferia soprattutto, la Tor Pignattara e il Pigneto borgate di Pasolini, il Don Bosco razionalista e desolato da poco costruito de La Dolce Vita, Il centro popolare e gridanciano delle commedie con Fabrizi e Anna Magnani, l’Eur buono per i film che non dovevano dare l’idea di essere girati a Roma. Il trenino, come era chiamaro il tram sulla via Tuscolana che collegava Cinecittà a Roma, andando avanti e indietro portava sempre più l’una nell’altra.
Edizione autunnale per Moacasa
dal 27 ottobre al 4 novembre la XXXVIII edizione della esposizione della cooperativa Moa, cui aderiscono dagli anni ’70 ben 44 soci operatori dell’arredamento e del design, un appuntamento imprescindibile per un settore alla ricerca continua di innovazione e sviluppo, nel quale espongono decine di aziende italiane. Dal comunicato stampa – presumiamo le novità tecnologiche non centrino nulla – apprendiamo che quest’autunno nell’arredamento impera il bianco opaco e non lucido come negli ultimi anni; che ritorna il legno vero, quercia e rovere in primis, e che la Lago, azienda di design e arredo, ha concepito le librerie e contenitori che si appendono al soffitto. La spazio in casa e l’economia italiana se ne gioveranno. [Continua]
Maxxi, come finisce
Andreatta, tra i pochi politici da rimpiangere, nel 1997 come ministro della Difesa dona a Veltroni, collega alla Cultura, le caserme dismesse di Via Guido Reni. Giovanna Melandri ministro al medesimo dicastero due anni dopo avvia la procedura di gara pubblica per un progetto di costruzione del Maxxi, museo dell’arte e architettura contemporanea, che, in quanto polo non solo espositivo, ma anche laboratorio sperimentale, luogo di produzione multidisciplinare aperto a tutte le nazionalità, aveva esempi in tutte le capitali evolute del mondo tranne che in Italia. Il bando lo vince un architetto donna, irakena naturalizzata britannica, Zaha Hadid, già solo per questo avanguardia. Il museo, inaugurato nel 2010, con quattro anni di ritardo, nasce per volere del Ministero delle Attività e dei Beni Culturali che deve almeno in parte finaziarne le attività, il resto dovendolo procacciare dai privati la Fondazione che lo gestisce con a capo l’architetto [Continua]
Le foto di Stanley Kubrick al Chiostro del Bramante
Il grande Stanley Kubrick e le sue foto dalla fama retroattiva, su concessione del Museum of the City of New York, ormai dal 2010 girano l’Italia; Milano,Venezia, Napoli ed ora anche Roma dal 19 ottobre fino al 25 novembre 2012 al Chiostro del Bramante. Il giovanissimo Stanley, ancora lontanissimo dal pensare di poter creare capolavori del cinema quali 2001, Odissea nello Spazio o Barry Lyndon, nell’immediato dopoguerra, ingaggiato da Look Magazine va in giro per New York a fotografare la vita quotidiana, o le scene di personaggi celebri che gli si offrono nella loro – per quell’epoca – impensabile intimità. E’ chiaro, cerca altro che l’assilo penoso dell’esistenza in città, gli stenti postbellici. Nemmeno gli interessa la voglia di riscatto, la fiducia nel futuro, e la splendida vita dei famosi. E’ una ragazzo, ha pochi ricordi e storie insignificanti in mente:[Continua]
Silk Road, la via della seta secondo gli americani
E’ d’obbligo segnalare che a cominciare dal 27 ottobre 2012, a lungo fino al al 10 marzo 2013, al Palazzo delle Esposizioni si tiene la mostra dell’American Museum of Natural History di New York sulla Via della Seta, la strada fin da Roma antica attraversata da uomini e merci insieme a idee, saperi e religioni da oriente ad occidente e viceversa. Reperti legati al commercio e alle attività sviluppatesi lungo le rotte carovaniere tra il VII e il XIV secolo. Una sezione solo per noi italiani, pur venendo incontro all’idea che ne abbiamo, prevalentemente basata su Venezia, Marco Polo e l’impero mongolo di Kublai Khan, va oltre e ci offre una visione più ampia dei rapporti con l’oriente nei secoli XIII e XIV, epoca che ha visto[Continua]