Tappa romana all’Eur del Job Meeting Roma 2013, incontro tra aziende e giovani in cerca di lavoro. Workshop di formazione e orientamento per uno degli appuntamenti, tra i tanti bisogna dire, con più tradizione nel cosidetto recruiting, in cui si affrontano temi quali le nuove professioni del web, come prepararsi un curriculum, e come mettere a frutto la laurea appena presa. Certo, dopo una multidecennale esperienza di esposizioni di questo tipo, la sensazione è che i ragazzi si acconcino a cercare un lavoro in un posto dove per lo più si lasciano curricula e il lavoro non si trova. La stessa organizzazione si sente di avvertire che “Partecipare ad una fiera del lavoro non significa trovare un lavoro. Questo assunto – valido nel passato e ancora di più oggi – deve essere fatto proprio in maniera consapevole da tutti i partecipanti”, per poi comunque stilare un decalogo su come i giovani debbano prepararsi a sfruttare i pochi minuti che i responsabili delle aziende gli concederanno (http://www.jobmeeting.it/eventi/consigli-utili). vestirsi bene e sapersi vendere, come sempre.[Continua]
Roma e il mondo dopo l'Editto di Milano
1700 anni esatti dell’Editto di Costantino, – celebrati dal Museo Diocesano di Milano con una mostra, ora e fino al 15 settembre 2013 al Colosseo in forma arricchita – dimostrano quante trappole si annidino nel linguaggio. Editto di “tollerenza” viene definito un documento in cui Costantino e il suo collega ad oriente Licinio pare attribuiscano libertà di culto a tutte le religioni sul territorio dell’Impero, ma col quale in realtà riconoscono in modo politicamente furbo il primato al cristianesimo, di fatto già radicato – sul perché si potrebbe dissertare a lungo – tra le classi al comando della società romana. Una scelta di equilibrio interessato in cui il riconoscimento per tutti i culti ha luogo sotto la spinta alla supremazia del cristianesimo religione delle élites che deve ancora, sebbene per poco, collimare con esigenze e fazioni non del tutto domate. E lo dimostra la serie di provvedimenti assunti dal potere imperiale con il concorso della corte e di un clero sempre più invadente, che porteranno infine Teodosio[Continua]
Soulages, il colore nero
In quasi un secolo di età e 60 anni di pittura, Pierre Soulages dimostra quanto il nero, il buio, il nulla primigenio involuto e non risolto, trasposto sulla tela e offerto allo sguardo mobile dello spettatore, si muove esso stesso, esprime un senso e sprigiona luce vitale. Un percorso la cui longevità biologica e lucidamente creativa dialoga in opposta simmetria con quello breve e distruttivo di Rothko, termine naturale di confronto, per il quale l’astrazione, la tela colorata sono state il codice del baratro, il portale d’ingresso prima violaceo di depressione, poi cremisi di vene svuotate. E gli ultimi anni, tra i suoi 80 e 90, pur nelle misuratissime innovazioni tecniche e di materiali, sì sono gli anni della maturità, ma quella già raggiunta dalla fine degli anni ’40. A Villa Medici, l’Accademia di Francia di Roma, con l’aiuto del Musée des Beaux-Arts di Lione espone in Soulages XXI secolo, le opere dell’ultimo decennio dell’inesauribile quanto celebrato pittore francese. http://www.arte.rai.it/articoli/opere-in-nero/20421/default.aspx[Continua]
Hortus Urbis, giardino di tutti
Teniamo d’occhio su http://www.hortusurbis.it/ le attività di Hortus Urbis, esperienza aperta a tutti di orto e giardino condiviso, promosso dall’associazione Zappata Romana e del Parco Regionale dell’Appia Antica, in prossimità della sede dell’Ente Parco in via Appia Antica 42. All’interno di spazi inutilizzati, 16 aiuole coltivate con varietà di piante e fiori scelte nell’ottica di ciò che potremmo definire archeologia botanica tra quelle citate da Columella, Plinio il Vecchio, Catone, Virgilio e scoperte degli scavi di Pompei; e ancora una compostiera, un forno in terra cruda, una pergola e un impianto di irrigazione per insegnare la cura ecocompatibile di giardini e orti ai bambini e a chiunque voglia partecipare. Il Parco accoglie così l’esperienza spontanea degli orti condivisi, esempi di gestione autonoma del verde urbano, in cui normali cittadini, oltre a riprendere contatto con la terra, salvano dal degrado pezzi di città.[Continua]
Design e Pop Art nel cinema italiano
Da oggi fino al 30 giugno la Biblioteca Angelica a piazza Sant’Agostino mette in mostra il progetto editoriale Pop Film Art, già presentato a Venezia, con le 40 immagini che i curatori, con la l’aiuto del Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà Luce e le edizioni Sabinae, hanno sapientemente tratto dai fotogrammi dei nostri film popolari e d’autore. Negli anni ’60 e ’70 le geometrie, le curve e le campiture colorate o bianco e nere, le poltrone, le lampade, le decorazioni contorte, insomma la Pop Art entra nel cinema italiano, come assenso di registi e scenografi al profondo senso di rivolta e svecchiamento; il cinema da popolare, come era sempre stato, diventa pop, cioè a dire che anziché ispirarsi al popolo ed ad cercare di esprimere sentimenti popolari, come fino ad allora aveva cercato di fare con scopi molte volte manipolatori, comincia a voler guidare, addomesticare la spinta alla trasgressione rivoluzionaria, dettando ciò che in alternativa il popolo deve desiderare, quali ambienti deve abitare, quali colori deve scegliere per vestirsi, illuminandolo[Continua]