Steve Jobs a teatro ci può stare. Naturalmente a patto di uscirne con un ritratto dal sapore diametralmente opposto rispetto alla perenne scrittura agiografia che su di lui hanno prodotto in questi anni i media, corroborata, se ce n’era bisogno, dalla sua morte. L’uomo che da un garage ha portato la tecnologia a tutti gli esseri umani rendendoli più sapienti, connessi e liberi passa sotto il torchio del contestatissimo monologo di Mike Daisey. La grande contraddizione che accomuna la Apple a tutte le produzioni industriali globalizzate fa stridere di un suono insopportabile il sogno di felicità e redenzione tecnologica degli occidentali con lo sfruttamento inumano dei lavoratori del mondo in via di sviluppo, di quelli cinesi nel caso della Mela. Il testo, rimaneggiato e depurato da inesattezze ed esagerazioni, ammesse dallo stesso autore, viene portato sul palcoscenico del teatro Vascello dall’ottimo Fulvio Falzarano, nella traduzione adattata di Enrico Luttmann, con la regia di Giampiero Solari, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli. Daisey è andato personalmente nelle fabbriche fortezza di Shenzen a parlare con gli operai. Dopo essere stato accusato in America di avere esagerato alcuni aspetti, come il numero di lavoratori minorenni impiegati o le guardie con la pistola nei reparti, ha continuato a promuovere il suo lavoro ripulito delle parti contestate; nonostante tutto il testo continua ad essere un limpido atto di accusa. Tormento ed estasi di Steve Jobs[Continua]
Camera dei Deputati. San Francesco nei testi
L’Associazione Culturale Metamorfosi raccoglie a Palazzo San Macuto, fino al 1 marzo 2014, i testi di poco successivi alla morte di San Francesco di Assisi, sui quali si sono innnestate l’intera tradizione culturale e letteraria della sua vicenda e le fondamenta religiose del suo culto. Si potrà ammirare da vicino la Legenda maior – biografia del Santo in copia manoscitta del XIV secolo conservata alla Biblioteca Nazionale di Roma – scritta da Bonaventura da Bagnoregio e approvata dall’Ordine nel 1263, debitrice di quella più antica di Tommaso da Celano, presente in mostra con alcuni frammenti. Poi Il Memoriale in desiderio animae del 1247 e I Fioretti, la celeberrima raccolta agiografica in volgare. Pezzo forte il duecentesco Manoscritto 338 dalla Biblioteca del Sacro Convento di Assisi, codice contenente tra le altre le più antiche versioni degli scritti di San Francesco; da alcuni dei capitoli della Regula Fratorum Minorum – l’insieme di norme fondante l’ordine francescano approvate da Onorio III nel 1223 – alle Laudes Creaturarum, Il Cantico delle Creature, considerato il primo testo in volgare della letteratura italiana, una sintesi musicale e conscientemente poetica di tutta la innovazione umana e spirituale contenuto nel messaggio francescano. Francesco. Tracce, parole, immagini.[Continua]
Auditorium. Roma, galleria per la storia dell'arte
Come per gli anni scorsi un ciclo di lezioni di storia dell’arte esplorando Roma, guidati da altrettanti critici, scrittori e accademici. Con la originale prospettiva di indagine basata sul confronto, in certi casi scontro, tra due personalità della storia dell’arte e dell’architettura che hanno forgiato i connotati caratteristici del paesaggio estetico e visivo della città. Il 9 febbraio la professoressa Anna Ottani Cavina confronta un Jacques-Louis David folgorato dalla scoperta di Roma con il meno noto Pompeo Batoni, mentre il 2 marzo Philippe Daverio parlerà della storica rivalità tra Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, dalla quale è sgorgato il suo volto barocco. Suggestivo il confronto a distanza tra le rivoluzioni figurative dei “due Michelangeli”, Buonarroti e Merisi-Caravaggio, di cui si occuperà Antonio Paolucci il 6 aprile. Non mancano le incursioni novecentesche come quella di Franco Purini su Marcello Piacentini e Armando Brasini, gli architetti che nel bene e nel mano hanno dato l’unica immagine distinguibile di Roma per quel periodo. Achille Bonito Oliva infine il 4 maggio ritornerà sulla enorme figura di artista del romano Mario Schifano in un dialogo a distanza con Andy Warhol. http://www.auditorium.com/eventi/5642768[Continua]
La Poesia di Fondazione Roma
Un po’ di attenzione per i versi scritti, generalmente trascurati. La poesia è un genere letterario – a Roma, ma in verità un po’ dappertutto – tenuto in vita da poche manifestazioni di respiro internazionale che galleggiano dall’ipertrofico fondale dell’attività amatoriale. Il 12 febbraio nella cornice del Tempio di Adriano la Fondazione Roma organizza l’ottava edizione di Ritratti di Poesia, e le voci di rilievo, italiane e straniere, non mancano. Maria Grazia Calandrone, Valerio Magrelli, Elio Pecora e Lidia Riviello, dopo l’esperienza didattica in alcuni licei romani, risponderanno alle domande degli studenti. Si premieranno i vincitori di Ritratti di poesia.140 il concorso per poeti in stile twitter che riescono a stare nei 140 caratteri. Premi anche a Giampiero Neri e al poeta polacco candidato al Nobel, Adam Zagajewski. Presenti Mario Benedetti, Biancamaria Frabotta, Bianca Tarozzi, Yang Lian, Nguyen Chi-Trung, Mohammed El Amraoui, Santiago Elordi, Nathalie Riera, Anna Belozorovitch, Barbara Serdakowski, Marcia Teophilo. Temi e particolari su http://www.fondazioneroma.it/it/attivita/poesia.html. Resta da capire il perché per avere un po’ di poesia si debba aspettare che una fondazione nata per controllare una banca pubblica, allorché quella banca ha cessato di esistere, debba inventarsi qualcosa per far fruttare il patrimonio rimastole in dote, anche esso presumibilmente di origine pubblica, allo scopo di mantenere sé stessa e gli stipendi di chi l’amministra.[Continua]
Palazzo delle Esposizioni. Gilgamesh e il gusto del libro
Il libro cartaceo potrebbe avere ancora un futuro. Ne è una dimostrazione Gilgamesh, l’epopea del re di Uruk, dedicato al mito sumero di Gilgamesh, il più antico racconto scritto che si conosca, testo di Alessandra Grimaldi, illustrazioni a china e acquerello di Laurie Elie e Forough Raihani ed audiolibro con la voce dell’attore Francesco Pannofino; ora anche in mostra al Palazzo delle Esposizioni fino al 9 febbraio 2014, con tavole, bozzetti, foto sulla lavorazione e addirittura gadget ispirati alla storia. In altre parole il libro di carta che conserva l’identità materiale e resiste alla svaporazione elettronica grazie alla sua trasformazione in evento, perno di una performance tentacolare che espande le sue suggestioni narrative oltre la lettura solitaria. Il libro stampato è un medium che ha avuto secoli a disposizione per conquistarsi lo statuto di oggetto, prescindendo dalle parole che contiene e dai concetti che veicola. Esiste un gusto del libro, la soddisfazione del prenderlo in mano, sfogliarlo, il godimento feticista di toccarlo e guardare le figure. Amplificare, socializzare questi aspetti può salvarlo dalla invasione di frasi in riga su uno schermo più o meno luminoso. http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/mostra-gilgamesh. Mostra ad ingresso libero inaugarata nell’ambito di Più libri più liberi 2013.[Continua]