Sembrava non dovesse mai avvenire, ma infine un senso l’acquista anche la ferita, tra le altre quella più intima, inferta dal Fascismo al cuore di Roma. Aperta al pubblico il 20 giugno 2023, dopo quasi un secolo dalla scoperta, l’Area Sacra di largo Argentina, disvelamento non voluto, effetto collaterale della furia palingenetica e demolitoria cui il regime sottopose la città negli anni venti del novecento, nel tentativo di liberarla dalle incrostazioni popolari che l’avevano ricoperta sin dal medioevo, e risistemare con il decoro dovuto alla capitale dell’Impero, vedi il Quartiere Alessandrino o, con ulteriori motivazioni, la Spina di Borgo.
Come inevitabile a Roma, scava scava, qualcosa salta fuori; quella volta qualcosa era il quadro, non del tutto sconosciuto all’epoca, della maggiore concentrazione templare del Campo Marzio, e forse la sequenza architettonica cronologicamente più completa della religione repubblicana, poi restaurata e custodita anche per lunghi tratti dell’Impero; ma anche, finalmente a cielo aperto, un pezzo del grande complesso fatto costruire a metà del primo secolo a.C. da Pompeo, nel momento di massimo successo militare e politico, comprendente un enorme teatro, porticati, giardini, oggi in gran parte illeggibili, obliterati dagli edifici successivi: la mitica Curia, dove per un certo periodo si riunì il Senato e davanti alla quale, si pensa, nel 44 a.C. fu assassinato Giulio Cesare.
I visitatori, compresi quelli con limitazioni motorie o sensoriali, grazie ad una passerella e ai cartelli didattici potranno aggirarsi tra le rovine dei quattro templi, ormai passati alla storia con le lettere maiuscole dell’alfabeto A, B, C, D, costruiti non in ordine alfabetico tra il IV e il II secolo a.C., consacrati probabilmente a divinità autoctone del primitivo pantheon romano, certamente ai più meno conosciute di quelle di derivazione greca, per poi essere ricostruiti in epoca imperiale. Inoltre potranno entrate in due sale allestite con i reperti più interessanti trovati in loco. Non è poco per un luogo che per generazioni di romani e turisti è rimasto sacro soprattutto perché inaccessibile regno dei gatti.
Ingresso via di San Nicola de Cesarini. Aperto dal martedì alla domenica. Dall’ultima domenica di ottobre all’ultimo sabato di marzo dalle ore 9.30 alle ore 16.00 (ultimo ingresso ore 15.00); dall’ultima domenica marzo all’ultimo sabato di ottobre dalle ore 9.30 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00); Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. 24 e 31 dicembre 9.30-14.00; chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio e 1° maggio. Informazioni e prenotazioni di gruppi/scuole al 060608, tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. Biglietto presso la Torre del Papito piazza dei Calcarari snc, oppure online. Intero non residente 5,00 euro, ridotto non residente 4,00 euro; Intero residente 4,00 euro, ridotto residente 3,00 euro; prevendita 1,00 euro, gratuito per possessori MIC CARD le categorie aventi diritto. Possibili agevolazioni per possessori di Roma Pass. Ingresso ogni 20 minuti.