Oggi ricorre l’anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini e, ricordando la sua tempra, con molta probalilità sarebbe ancora presente tra noi con i suoi 92 anni se qualcuno non avesse pensato, la notte tra Ognissanti e i Morti del 1975, di passare con l’automobile sopra il suo corpo già martoriato. Ci pare dunque dover porre attenzione al caso che mette di fronte due Rome, quella premiata con l’Oscar a Paolo Sorrentino e quella delle pellicole del poeta. Senza nulla togliere alle immense virtù cinematografiche del regista napoletano, non ci sembra si possa attribuire al suo film, come molti dicono, la capacità di rappresentare la città facendone l’emblema di un’epoca. Films come Accattone, Mamma Roma, La Ricotta, non solo sono lo specchio delle umane periferie, ma denunciano e reinterpretano artisticamente il tempo e la storia. Al contrario, il gruppetto di figure saltellanti, giornalisti, scrittori ed intellettuali che scorazzano per la Roma cartolina di Sorrentino, a differenze di quelli vitali de La Dolce Vita felliniana (paragone più volte chiamato in causa, e difatti anche le inquadrature sono un debito), oggi sono fossili del tutto inifluenti che fanno fatica a rappresentare sé stessi, figuriamoci una città, un paese ed un mondo molto più complessi, in cui le voci e le opportunità di narrazione si sono del tutto polverizzate.[Continua]
La nuova rivoluzione industriale anche a Roma
La tecnologia che ha connesso bit e atomi è cosa ormai antica. Stampanti 3D, fresatrici laser, macchine a controllo numerico, microprocessori a basso costo sono gli ultimi di una serie di raffinati strumenti che consentono a potenti software di ingegnerizzare qualsiasi oggetto, creare prototipi, e calibrare le quantità produttive alla richiesta del mercato. Ma non bastano per una nuova rivoluzione industriale; quello che occorreva, e se ne incominciano a vedere le premesse, è il trasferimento dell’intera filosofia digitale al mondo del design e della produzione. Condivisione, open source, personalizzazione del prodotto, conoscenza in rete – tutti concetti nati con il software informatico e con le tecnologie telematiche -, incominciano ad innervare la realtà produttiva con l’obiettivo di cambiare la massa di ciechi consumatori in schiere consapevoli e partecipi alla creazione delle cose che sono chiamati a comprare e consumare. I luoghi di questa rivoluzione esistono e ricordano quasi le abitazioni che i convertiti più ricchi mettevano a disposizione delle prime comunità cristiane per i loro riti. Si chiamano Fablab, e come quelle non potevano definirsi ancora chiese così queste vivono di un’atmosfera carbonara, informe e casuale come solo le cantine dell’avanguardia possono avere. Vi si possono trovare le attrezzature tecnologiche, si incontrano altri adepti, si imparano, si insegnano e si condividono le competenze, in attesa della scintilla dal rimescolio delle idee.[Continua]
Libri come. Quinta edizione all'Auditorium
Quattro giorni dal 13 al 16 marzo 2014 di Libri come, consueto appuntamento dedicato da Musica per Roma a libri, editoria, scrittori e lettori. Conferenze, incontri, workshop, con un occhio particolare quest’anno al tema del lavoro, sul quale il sociologo americano Richard Sennett e l’antropologo Marc Augé, insieme ad altri esperti e scrittori, nel corso del fine settimana daranno il loro contributo di analisi e idee. Articolata e densa, secondo la formula ampiamente collaudata negli anni scorsi, la festa si giova dell’incontro diretto tra scrittori, saggisti e pubblico dei lettori, formula che permette ai primi di mostrare e spiegare i propri personali strumenti del mestiere. Presenti gli scrittori John Grisham, Andrea Camilleri, John Banville, Donna Tartt, Philipp Meyer, Kyung-sook Shin, Taiye Selasi. Tavole rotonde a più voci con Mauro Corona, Antonio Pennacchi, Michele Serra, Sandro Veronesi, il Premio Pulitzer Jhumpa Lahiri, Melania Mazzucco, Francesco Piccolo, Stefano Rodotà, David Grossman e Antonio Moresco. Incontri al di fuori della letteratura di finzione con la sociologa Camille Paglia e il biologo Jared Diamond, scenziato atipico, abile divulgatore, con interessi in antropologia, linguistica e genetica, teorizzatore intorno alle motivazioni del primato della civiltà occidentale sul resto del mondo; e poi lo psicanalista lacaniano Massimo Recalcati e il sociologo Giuseppe De Rita.[Continua]
La meccanica quantistica al teatro del Lido di Ostia
Richard Feynman era un talento istrionico nello spiegare la fisica moderna, quella difficile. Affabulatore e suonatore di bongo, la sua scienza potente e creativa era un modo per raccontare la propria vita oltre che l’universo, fino al punto che le sue lezioni, all’università alla radio o alla tv, diventavano pièces teatrali, le sue pubblicazioni s’imponevano come visioni letterarie della fisica da Nobel che egli aveva letteralmente contribuito a costruire. Basta impegnarsi un po’ sulle Lectures on Physics, la trascrizione delle lezioni per le matricole del Caltech all’inizio degli anni ’60, per rendersene conto. Per questo l’unico modo per portare la teoria quantistica a teatro è farsi ispirare dalla sua figura di scienziato umorista. Ci prova al teatro del Lido di Ostia il 2 e 3 marzo 2014 Andrea Brunello, attore professionista con studi e titoli americani di fisica e matematica. La congettura scientifica che più di tutte implica conclusioni magicamente paradossali, l’esperimento delle due fenditure, il gatto di Schrödinger, la probabilità non nulla che anche l”impossibile possa accadere, l’Entanglement, gli universi paralleli; tante meravigliose scintille in quel cestino di esistenze incerte ma probabili che è la parola teatrale. Accompagnato dalla chitarra elettrica di Enrico Merlin, Il principio dell’incertezza, dal progetto Jet Propulsion Theatre, in collaborazione con il Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche dell’Università degli Studi di Trento. http://www.casadeiteatri.roma.it/events/il-principio-dellincertezza/[Continua]
Cineclub al Parco di Tor Fiscale
Nei pressi dell’area in cui gli acquedotti Anio Novus-Claudio e Marcio-Felice s’incrociano per due volte, recingendo così un appezzamento di terreno a forma di petalo, si estende il parco di Tor Fiscale, piccola porzione del grande Parco Regionale dell’Appia Antica. La zona, segnata dall’antico tracciato della via Latina, è gestita per conto dell’Ente Parco e in collaborazione con il Comune di Roma dall’associazione “La Torre del Fiscale”; la Onlus, oltre a promuovere il patrimonio naturalistico e le emergenze archeologiche, organizza visite guidate, escursioni naturalistiche a piedi e in bici, allestisce mostre, laboratori e ricerche didattiche. In collaborazione con la cooperativa sociale Demetra cura inoltre un servizio di ristorazione e un punto informazioni all’interno dei due casali recentemente ristrutturati che si trovano nelle vicinanze dell’ingresso principale del parco in via dell’Acquedotto Felice 120. Tra le tante iniziative che potete trovare sul sito http://www.torredelfiscale.it/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid=28, a partire dal 7 marzo 2014 e per tutto il mese, vi segnaliamo un cineclub incentrato su storie di periferia e marginalità.[Continua]