Il più grande scrittore italiano del novecento è tale perché come Dante ha avuto l’abilità di trasformare in letteratura il mondo intero, il microcosmo, gli indizi più nascosti, la società, la vita quotidiana, i grandi orizzonti, la scienza, senza che la letteratura uscisse da sé stessa e al mondo si piegasse. È tale perché, pur affidando tutto alla finzione di immagini create, è riuscito ad estrarre quanta più verità possibile da quella copia imperfetta dell’universo che è la parola scritta. È tale perché, al contrario di quanto si possa credere, non ha sospeso le emozioni, le ha intagliate anzi con il cesello della ragione, mettendole in rilievo, facendo di esse guadagnare consapevolezza. È il più grande di tutti perché banalmente una volta entrati non si esce facilmente dalla sua pagina. È così e basta, per questi e mille altri motivi.
Roma celebra Italo Calvino a cento anni dalla nascita con molte iniziative. Ricordiamo in particolare la mostra alle Scuderie del Quirinale Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte: Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri (fino al 4 febbraio 2022), una carrellata ragionata degli artisti che lo hanno ispirato e di quelli che da lui si sono lasciati ispirare, con oltre duecento tra dipinti, sculture, disegni, illustrazioni di artisti dal Rinascimento a oggi, codici miniati medievali, arazzi; niente di più appropriato per uno che ha narrato quasi soltanto per figure. E poi, fino al 2024, Roma Racconta Calvino un serie di conferenze e spettacoli dedicati allo scrittore che include la rassegna di incontri Alfabeto Calvino, organizzata dal sistema Biblioteche di Roma Capitale.