A novembre 2017 per la prima volta il Sepolcro dei Corneli, uno dei più vicini all’entrata del Parco della via Latina, altrimenti detto Tomba Barberini dal nome degli ultimi proprietari privati, apre alle visite guidate. Due anni e 250.000 euro sono stati sufficienti a ripulire e dare un senso unitario a quanto rimane di affreschi e stucchi interni, ripristinare il pavimento del pianoterra collassato su quello interrato, allestire piani e scale a grata per poter salire al piano superiore, dare la giusta illuminazione.
Si rende infine così fruibile all’interno il monumento, tra quelli affacciati su questo tratto antico di basolato, meglio conservato all’esterno per tutta l’altezza originale, con i suoi laterizi policromi e le sontuose decorazioni di cornici, capitelli e paraste ancora interamente apprezzabili. Orari, biglietti e prenotazioni su http://www.coopculture.it/events.cfm?id=767. C’è solo da aspettare un altro po’ per il piano ipogeo, la vera camera funeraria, in cui peraltro sono già puntellate volte e pareti e si sta restaurando il mosaico pavimentale; da qui i Barberini nel ‘700 portarono via il meraviglioso sarcofago in marmo decorato con i rilievi raffiguranti il mito di Protesilao e Laodamia, oggi conservato ai Musei Vaticani.
Fa meraviglia non riuscire a collegare queste palazzine oblunghe a riti funerari e morte. Non almeno a come li intendiamo noi; minate da gelo, pallore e angoscia, le nostre comunità minimizzano il commiato con il defunto, attribuiscono ad esso tempi, spazi e materiali limitati. Per i romani durava giorni o forse non finiva mai, richiedeva organizzazione complessa, forza lavoro, risorse alimentari e artigianali (nei casi degli aristocratici, naturalmente i più documentati, la tomba era solo una parte del complesso edilizio costruito, che poteva comprendere cucine e locali per banchetti con molte persone), e, per un complicato gioco tra diritto familiare e credenze religiose (i morti erano considerati divinità pubbliche e private), finiva per diventare un fattore decisivo affinché la società dei vivi restasse integra e unita. Non a caso il cimitero per noi è un posto dove recarsi in visita, quando per gli antichi romani era la strada su cui si transitava.[Continua]