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Mia Appia Card unica e per un anno

26 Febbraio 2021

MIa Appia Card annualeLunedì primo marzo 2021 anche i siti e i monumenti del Parco Archeologico dell’Appia Antica provano a riaprire dopo l’ennesimo lungo fermo pandemico, e lo fanno offrendo ai visitatori la possibilità di accesso illimitato per un anno con la Mia Appia Card, un unico titolo nominativo, acquistabile sul sito di Coopculture al costo di 10 euro + 2 euro di prevendita, oppure gratuitamente, con soli 2 euro di prevendita, dai minori di 18 anni e da una serie di categorie agevolate la cui lista è consultabile su https://www.beniculturali.it/agevolazioni. 

Compresi nell’iniziativa il Mausoleo di Cecilia Metella, la Villa dei Quintili-Santa Maria Nova, l’Antiquarium di Lucrezia Romana, il Complesso di Capo di Bove, le Tombe della Via Latina come ingresso alle tombe (il parco che le ospita rimane a libero accesso), e, ultima arrivata, la Villa di Sette Bassi. Questa, come da tempo si sa, è normalmente chiusa per insufficienza di personale ed è quindi visitabile solo su prenotazione per gruppi di almeno venti persone chiamando lo 067222568, oppure scrivendo a pa-appia@beniculturali.it

Parco Appia Antica

Bal Tic Tac apre alle visite

19 Febbraio 2021

Bal Tik Tak Giacomo Balla 2021Agitata da qualcosa che assomigliava al jazz, dalle frenetiche danze e dalle pareti decorate da Giacomo Balla, l’atmosfera doveva avvicinarsi molto a quello che in seguito sarebbe stato chiamato psichedelia. Si può finalmente visitare il Bal Tic Tac, locale aperto per decenni a partire dai primi anni ’20 del novecento e poi dimenticato, almeno fino al fortuito ritrovamento nel 2017, sotto la coltre infinita di intonaci e controsoffitti, delle chiassose pitture decorative realizzate da Giacomo Balla nel 1921.

Lo stile è quello del Futurismo interpretato dal Pittore in maniera compiuta ed entusiasta, completo di implicazioni politiche e corroborato dalla contemporanea affermazione del Fascismo; figurazione suggerita, immersa in lingue fiammeggianti di patriottico ed inequivoco colore – un tratto assimilabile a quello profuso nella casa dell’artista tra i quartieri Prati e Vittoria e in tante opere del periodo – ispirata, oltre che al dinamismo, anche alla convinzione che l’arte dovesse tracimare in velocità su ogni aspetto della vita moderna, design, arredamenti, abbigliamento, oggetti di uso quotidiano e appunto, decorazione d’interni.

La Banca d’Italia, proprietaria dell’immobile, dopo tre anni di restauro, apre il locale al pubblico nell’ambito dell’edizione 2020 della Quadriennale di Roma. In ottemperanza alle regole anti covid, la visita gratuita è permessa a gruppi di 6 persone per volta, previa prenotazione, in possesso del biglietto di accesso alla Quadriennale e con mascherina indossata, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 20. Prenotazioni sul sito https://www.baltictacquadriennale.it/

Arte e Mostre

Il Fellini di Elisabetta Catalano

13 Febbraio 2021

Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico FelliniElisabetta Catalano (1941-2015), durante la sua lunga carriera, ha fotografato le comunità del cinema, della televisione, della moda, della letteratura, della cultura e dell’arte contemporanea, con il timore costante che in questa sua attività, a sfibrarsi, addirittura a perdersi definitivamente fosse l’uomo. Proprio in quella repubblica creativa ed intellettuale i cui cittadini massimamente pensano e pre-costituiscono l’immagine di sé e del mondo, la fotografa ritrattista cerca di introdursi come un hacker, per indebolire ed infine piegare la cinta di difesa apparecchiata dal soggetto.

Nel corso di uno scambio di mail, il poeta Valerio Magrelli, a distanza di anni  dalle ore di sedute estenuanti passate nello studio della Catalano per il solo unico scatto del suo ritratto, ricorda

Un buon scatto deve fare breccia nel soggetto e dunque richiede un lungo accerchiamento per fiaccare le sue capacità di difesa, per braccarlo, per spossarlo, dischiuderlo infine all’occhio del fotografo; una Porta Pia dello sguardo insomma, o ancora l’assedio alla creatura nella tana, aspettando che il polpo offra la testa al suo cacciatore fotografo, e infine, e allora, in tempi precedenti al digitale, la fiocina-diaframma che cattura la preda. Insomma, così compresi il motivo di quella estenuante cerimonia. Ricorrendo ad ultime metafore, adesso penso alle banderillas, impiegate per indebolire il toro, quel toro dell’io che nasconde la nostra vera personalità.

Anche Federico Fellini, il grande maestro dell’immagine e del ritratto, capitola, come dimostra Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini, 60 scatti in mostra a Cinecittà, che, ritraendo lui e i set, raccontano il pluridecennale rapporto creativo con la fotografa.

Arte e Mostre, Cinecittà, Via Tuscolana, Vicinissimi

Riaperta Cinecittà si Mostra

6 Febbraio 2021

Riaperta Cinecittà si Mostra febbraio 2021Tornato in giallo il Lazio, riaprono musei ed aree archeologiche, e ritorna, con i suoi ampi spazi e percorsi all’aperto, Cinecittà si Mostra. Di nuovo fruibili in presenza i set esterni dell’Antica Roma, di Firenze del 1400 e del tempio di Gerusalemme; ma anche gli itinerari permanenti Girando a Cinecittà, Backstage, Felliniana – Ferretti sogna Fellini, e naturalmente il MIAC, il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema. Ferrei e minuziosi questa volta i protocolli di sicurezza riassunti su https://cinecittasimostra.it/visita-in-sicurezza/.

Novità assoluta, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario di Federico Fellini, la mostra fotografica Ri-tratto rosso – Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini allestita all’interno del Teatro 1 e visitabile fino al 21 marzo, un resoconto per immagini del rapporto serrato tra la fotografa di fama internazionale ed il regista, fatto degli scatti realizzati durante un lungo lasso di tempo, dagli inizi degli anni sessanta agli ultimi anni del Maestro; iniziativa reduce da un lungo tour con tappe in tutto il mondo, nonostante la pandemia.

Arte e Mostre, Cinecittà, Via Tuscolana, Vicinissimi

Il Parco Archeologico dell’Appia Antica acquista il Mausoleo di Sant’Urbano

3 Febbraio 2021

Stato acquista Sepolcro di Sant'UrbanoInfine lo Stato acquista il Sepolcro di Sant’Urbano da Marisa Antonietta Gigantino, vedova Anzalone, per la cifra tutto sommato modica, considerato il peso storico-archeologico del monumento, di 491 mila euro. L’iniziativa del ministro Franceschini e del Parco Archeologico dell’Appia Antica, che avevamo illustrato sul nascere (https://www.roma-bedandbreakfast.it/appia-antica-al-via-lacquisto-del-sepolcro-di-santurbano), chiude dopo tre anni di trattativa una delle storie più significative di degrado e abuso privato sul territorio del Parco, con la promessa che il monumento, oltre che a disposizione degli studiosi, sia presto aperto al pubblico.

Nessuno è riuscito a stabilire con certezza se l’imponente edificio sia la sepoltura dell’Urbano Papa, o almeno di qualche altro importante Urbano. Chiunque sia il suo silenzioso e paziente inquilino tuttavia, a questo punto non dovrà più condividere la sua ultima dimora con i frequentatori di feste avvinazzate e ricchi barbecue, scopo cui per decenni lo spazio intorno era stato destinato. Per questo siamo oggi disposti, con fiducia rinnovata, a credere fermamente che la matrona Marmenia, toccata dalla Grazia, vi abbia fatto portare, dalla prima sepoltura nelle Catacombe di San Pretestato, il corpo di Urbano Papa.

Musei e Archeologia, Parco Appia Antica

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