Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di un’associazione di operatori alberghieri e ha annullato la circolare del Ministero degli Interni che vietava l’identificazione a distanza degli ospiti delle strutture ricettive, provvedimento che di fatto aveva reso inutili le key box, le cassettine a codice numerico contenenti chiavi e posizionate ovunque nei pressi delle abitazioni convertite ad affitto turistico. Nella sentenza n. 01003/2025 del 27.05.2025 Il tribunale motiva la decisione sostenendo che l’identificazione in presenza non è necessariamente migliore di quella a distanza e considera ingiustificato l’onere aggiuntivo che ne deriva per i proprietari.
Questo non impedisce che molte città turistiche continuino a vietarle appoggiandosi ad altre leve giuridiche, per lo più di carattere amministrativo. Roma Capitale ad esempio sin da gennaio 2025 ha attuato sortite di rimozione da lampioni e condominii. Per quelle posizionate sulle proprietà condominiali fa ricorso alle norme che obbligano le amministrazioni alla tutela degli edifici ricadenti in aree Patrimonio Unesco. Per le altre, posizionate in aree pubbliche, si è appellata a quanto scritto nel Regolamento di Polizia urbana riguardo al divieto di installare lucchetti, norma nata in passato per limitare la proliferazione di “lucchetti dell’amore” su ponti ed edifici storici.
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