La Fondazione Roma Museo, con Artemisia Group e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è responsabile di questa mostra che sarà a Palazzo Sciarra dal 23 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013. 150 tra aquerelli, dipinti, tessuti, tappeti, illustrazioni, oggetti ed armi arricchiti di pietre preziose ad illustrare la vita e l’ambiente del sovrano Akbar, terzo imperatore della dinastia musulmana moghul a regnare sull’India dal 1556 fino alla morte avvenuta nel 1605. Non dimentichiamo trattarsi della stirpe che darà la sua impronta culturale a quel paese fino alla colonizzazione britannica del 1858, e cioè a darci l’India tale come sopravvive nell’immaginario occidentale: maharaja, sontuosi palazzi, grandi ricchezze, splendore nelle arti. Akbar, unico della sua colta dinastia, è incapace di leggere e scrivere. Incorrotto dalla razionale follia dei discorsi portati a termine nell’ultima riga, stanco della pazzia dei giochi di lotta e di caccia, e degli inverni nomadi, e del fiumi di sangue delle conquiste, decide di dar corso alla sua personale follia e fonda ad ovest di Agra la nuova capitale Fatehpur Sikri.
Dentro le mura fa costruire una moschea e tre palazzi, uno per ciascuna delle sue tre mogli, musulmana, indù, cristiana, ed ognuno con elementi architettonici di tutte tre le tradizioni. L’imperatore può rendere reali i fantasmi che lo perseguitano. Akbar, che ha sudditi di tutte le religioni, lui che non ha voluto imparare a leggere, subisce indistinta l’ossessione che i libri sacri dettati dai profeti, le leggi del clero, qualunque esso sia, la scienza degli studiosi, debbano pacificarsi e insieme mescolarsi per servire il suo potere.
Accanto al Rumi Sultana, il palazzo della moglie musulmana, fa spianare un cortile in cui usa giovani schiave come pedine per il gioco del Panchisi, e Il Diwan-i-am, la sala delle udienze pubbliche, dove amministra la giustizia e condanna i colpevoli a morire calpestati dagli elefanti.
Appendice sul cinema di Bollywood: in apertura il kolossal polpettone Akbar jodha akbar, molto hollywoodiano, sulla vita del sovrano.
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