Denso e interessante l’articolo della sinologa Alessandra Colarizi Coreani al Quadraro, apparso il 6 luglio 2016 su www.thetowner.com, che sembra cogliere nella parabola del Folgore a via dei Quintili – da storico cinema della borgata fino agli anni sessanta in Chiesa della Comunità Evangelica Coreana – un destino differente rispetto alla quello più consueto, vissuto con mestizia dagli abitanti più anziani, che simili luoghi di spettacolo e cultura popolare hanno subìto nei contesti urbani in trasformazione. Gli altri due cinema storici del quartiere d’altronde sono il Bristol trasformato in centro commerciale e il Quadraro demolito e sostituito da un immenso condominio, quasi una damnatio memoriae per essere stato i luogo di raccolta per i duemila rastrellati dai nazisti il 17 aprile ’44.
Da cinema a luogo sacro, come faceva già notare il cortometraggio Cinema Folgore. I luoghi della nostra memoria di Riccardo Faiella, il tasso di qualità morale ed ideale, che solitamente siamo portati ad attribuire in misura maggiore ai luoghi della memoria, se non aumenta di certo non subisce come in altri casi una drastica diminuzione; tanto più che i gentili fedeli coreani sembrano tenere in particolare modo all’edificio, avendone commissionato nel 2006 costosi lavori di consolidamento e una sobria ed elegante ristrutturazione, facendone uno dei manufatti storici della zona meglio preservati.
Il filo che porta dalla borgata partigiana ribelle sino allo scenario pasoliniano in cui il popolo perde la sua millenaria innocenza sembra essere meglio raccolto da questo luogo di lode e preghiera piuttosto che dai guasti indotti da pressione abitativa ed esigenza di profitto. Tutto sta a intendersi sui confini del concetto di commercio.
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