A febbraio 1917, cento anni fa, mentre in Europa le trincee si riempiono di cadaveri, Picasso arriva a Roma e partecipa all’allestimento della scenografia di “Parade”, balletto sceneggiato da Jean Cocteau, musicato da Erik Satie e coreografato dal grande Sergej Diaghilev per il suo “Balletto russo”; frequentando la compagnia finisce per innamorarsi della ballerina Olga Koklova.
La tesi della grande mostra Picasso. Tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925 alle Scuderie del Quirinale (fino al 21 gennaio 2018) è che il pittore, già osannato per l’exploit cubista, si riscaldi di così tanta vita – collaborazione con grandi artisti, Roma a primavera, gite a Napoli e Pompei e soprattutto, fuoco d’amore per la ballerina russa -, e, a contatto diretto con l’arte classica e rinascimentale, decida che non è più il caso di sezionare figure, sgranare prospettive e ricomporre il tutto in visioni cerebrali. Si dispone piuttosto a posare uno sguardo più disteso sulla superficie delle cose, cede alla tregua della semplicità, rimanendo in ascolto, aperto alle soddisfazioni che il mondo gli sta offrendo.
Recupera la calma solennità della statuaria greco-romana, la composta eleganza della pittura antica come la grazia dignitosa di Raffaello, un certo curvilineo, morbido naturalismo. Beninteso, senza per questo non tener conto dell’esperienza cubista, solo apparentemente accantonata, come si intuisce dal criterio analitico adottato nella costruzione di figure e sfondi, dai colori vivaci e uniformi, dalle torsioni deformanti e dalle rinnegate proporzioni tra parti anatomiche.
Per documentare questo passaggio nell’arte del Maestro Il curatore Olivier Berggruen, figlio ed erede di Heinz Berggruen, grande collezionista e amico di Picasso, oltre che sulla sua fortunata eredità ha potuto contare su musei e collezioni private di tutto il mondo; ha portato così a Roma capolavori come l’Homme accoudé sur une table, Arlecchino e donna con collana, Arlecchino allo specchio, Grand nu à la draperìe, il Flauto di Pan, I tre ballerini. Ha inoltre chiesto e ottenuto che il sipario realizzato per “Parade”, date le enormi dimensioni, fosse appeso ad una parete della sala Pietro da Cortona di Palazzo Barberini, esponendolo a uno strano confronto con il soffitto affrescato dal pittore Barocco. https://www.scuderiequirinale.it/mostra/picasso-tra-cubismo-e-classicismo-1915-1925-roma
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